Sono molte le storie e gli aneddoti che si raccontano sul mondo Mate, ve ne raccontiamo qualcuno:
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L’usanza vuole che chi prepara il mate sia il proprietario di casa e si chiama “cebador”. Un errore molto comune degli stranieri, ai quali vien offerto il mate o tereré, è che dicono grazie nel riceverlo.
Questo per il “cebador” significa che non si vuole più bere il mate e al prossimo giro vi salterà. Per cui se vi piace la bevanda e ne volete ancora, ricordatevi di non dire “gracias"!
- In Argentina, 256 milioni di chili di yerba mate vengono consumati ogni anno, il che implica un consumo annuo pro capite di circa 6,4 chili.
- Nel 1616, l’allora governatore di Buenos Aires Hernando Arias de Saavedra proibì l’erba mate. Il governatore dichiarò guerra alla yerba mate arrivandola a definire “chiara suggestione del demonio” o “vizio abominevole” che “rende gli uomini fannulloni, totale rovina della terra”
- La yerba mate è presente in oltre il 90% delle famiglie argentine, secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Yerba Mate. Inoltre l’aumento delle esportazionI è stato trainato dalle vendite in Siria, principale mercato estero, in Cile, secondo destinazione estera, e dalla presenza costante di ‘comunità di materos’ negli Stati Uniti e diversi paesi del Vecchio continente.
- Papa Francesco, date le sue origini argentine, apprezza il mate: una volta, in un’intervista, ha rivelato che questa bevanda lo aiuta a trovare l’energia per affrontare i suoi tanti impegni.
- In Italia, c’è un paesino, Lungro, in provincia di Cosenza, dove bere mate è un rito proprio come in Sud America. Pare che la bevanda sia arrivata qui negli anni 50 con gli emigrati italiani di ritorno dall’Argentina e da allora è diventata una tradizione. Un’artista del paese ha aperto anche una sorta di Casa museo del mate.
- In argentina il mate è una tradizione talmente radicata che i produttori di elettrodomestici hanno inserito nei bollitori l'opzione mate che porta automaticamente l'acqua a 75°.